Monday, May 28, 2007

La sesta onda di estinzione

L'articolo che segue è tratto da Scientific american.com. Mi scuso sin d'ora se la traduzione, che io considero accettabile, presenta forse qualche piccola inesattezza.

L'estinzione è un processo naturale. L'evoluzione prosegue il suo cammino, molte specie spariscono e nuove specie emergono, in un processo dinamico chiamato ""background extinction."

La storia geologica è stata sottolineata da 5 grandi estinzioni di massa (se parla anche qui, su Ecoalfabeta) che hanno portato alla scomparsa di un gran numero di specie, dovuto probabilmente a eventi drammatici, quali potrebbero essere stati l'impatto con qualche asteroide o l'innalzamento del livello del mare.

Oggi molte testimonianze inducono gli esperti a ritenere che vi sia in atto una "sesta onda di estinzione", una diminuzione della specie dovuta soprattutto alle attività umane.

Secondo la World Conservation Union e lo IUCN (International Union for the Conservation of Nature and Natural Resources) che raggruppa un consesso internazionale a cui partecipano 83 paesi, 800 ong (organizzazioni non governative) e 10.000 scienziati ed esperti dediti a preservare la biodiversità della Terra, attualmente sono 3.071 le specie a rischio.

Eccone alcune:

La lince iberica, una specie di gatto selvatico che ha prosperato in Spagna, Portogallo e Francia del sud. Oggi ne restano circa 120, sparsi in Andalusia, Spagna. L'estinzione della lince iberica sarebbe la prima specie selvaggia ad andare estinta dopo circa 2.000 anni.

Il Sumatran Orangutan Pongo, l'orango dell'isola di Sumatra: ce ne sono non più di 7500 ma stanno sparendo ad un tasso elevato di circa 1000 l'anno, dice Adam Tomasek, direttore del World Wildlife Fund's Borneo and Sumatra Program. Con questo ritmo entro una decina d'anni non ce ne saranno più. Le cause del declino sono dovute principalmente da incendi e dalle sfrenate attività umane nella regione.




Il cammello selvaggio di Bactrian. Questo timido antenato dei cammelli domestici vive nella regione arida di Gashun Gobi nel deserto del Gobi in Cina. Diverso dei cammelli arabi, che sono distinti da una gobba prominente, i cammelli di Bactrian hanno due gobbe. Anche se il cammello è sopravvissuto a 45 anni di test nucleari nel Gashun Gobi, non è più in grado di sopportare le attività correnti, che includono l'estrazione, la caccia, lo sviluppo industriale e la miscelazione genetica con i cammelli domestici. Ne restano circa 650 individui in Cina e 350 in Mongolia. Se ne prevede un declino della popolazione dell'84 per cento entro il 2033.

La gazzella dama (Gazella dama) è una specie di gazzella diffusa nel deserto del Sahara. Caratteristico è il mantello bianco con il collo e il muso di colore marrone. Nell'ultima decade, circa l'80 per cento della popolazione selvaggia è sparita, soprattutto per il risultato della caccia e della distruzione dell'habitat. Ne restano non più di 100 nei territori del nord Africa, nel Ciad, nel Niger e nel Mali. La vita non sembra migliorare per queste gazzelle, poichè i caravan dei cacciatori stranieri continuano ad attraversare i bordi del confine e falciarli giù con le armi automatiche.

Del Vombato dal naso peloso ne esistono circa 100 individui che vivono in un'area protetta del Queensland, in Australia.

Del pipistrello delle Seychelles sembra ne esistono ancora tra i 50 e 100 individui. O forse solo 2, che vivono nelle grotte di Silhouette Island, nell'arcipelago delle isole Seychelles. Mamma mia quanto è brutto, però!

Alligatore cinese. Questo piccolo rettile, che può misurare circa 2 metri e pesare almeno 40 chili abita nelle terre umide dello Yangtze river, lo stesso fiume in cui aveva riparato il delfino cinese, con molta probabilità oggi estinto. Sebbene migliaia di alligatori cinesi sono stati allevati in cattività, gli esperti stimano che possano esisterne ancora 150, 200 allo stato selvaggio.

Il rinoceronte nero bicorno, come i loro più grandi cugini bianchi, in realtà, sono grigi di colore. I loro corni sono molto usati come ornamenti e per le loro proprietà “medicinali", anche se sono fatti semplicemente di cheratina, della stessa proteina che si trova nelle unghie e nei capelli. All'inizio del secolo scorso se ne stimavano ancora centinaia di migliaia che vagavano nell'Africa ma ora se ne contano appena mille.

Il Tamarin pezzato bicolore abita soltanto in una piccola zona di terra attorno a Manaus, una città di due milioni di abitanti nel Brasile nordoccidentale. L'espansione della foresta pluviale e l'agricoltura intensa hanno ridotto questa specie.

La tartaruga di Leatherback è la più grande di tutte le tartarughe marine. Misura circa 2 metri (otto piedi) e pesa fino a 900 chili (2.000 libbre).

Sono dei gran tuffatori che s'immergono sino a 1.200 metri nelle profondità marine per cercare le meduse. La tartaruga Leatherbacks è distribuita un po' in tutti gli oceani, dall'estremo nord della Colombia britannica all'estremo sud come l'Argentina. Migrano fra i continenti in cerca di alimenti e luoghi di riproduzione. Venticinque anni fa ne esistevano ancora 115.000, ora però il numero si è ridotto fra le 26.000 e 43.000 unità.

Foto gallery Scientific american.com

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