Saturday, January 19, 2008

Specchi solari che deviano gli asteroidi

La minaccia incombente d'un asteroide è un problema planetario che, da tempo, sta mettendo in apprensione gli ambienti scientifici e militari. Se è vero che asteroidi superiori ai 5 chilometri potrebbero colpire la Terra ogni 6 milioni di anni, quelli più piccoli, non più grandi di 140 metri, che sono poi la maggioranza, possono piovere sul nostri pianeta ogni 5000 anni, e possono causare danni significativi.

Così, questo problema ha indotto le agenzie spaziali di tutto il mondo a studiare il sistema per deviare eventuali asteroidi che potrebbero colpire la Terra. Si sono immaginati molti rimedi, dal lancio di ordigni nucleari verso l'oggetto spaziale all'impiego di "trattori gravitazionali". Ora uno studio condotto dall'università di Glasgow, in Scozia, ha preso in esame i vari metodi di difesa (9 in tutto) per stabilire quale sia il migliore, analizzando costi e benefici. Ebbene, il sistema più efficace è risultato quello d'impiegare una serie di specchi lanciati verso l'intruso, per concentrare in un punto della sua superficie la luce solare, fino ad ottenere una temperatura di 2100 gradi, e a innescare un processo di vaporizzazione dell'asteroide.

Gli scienziati hanno scoperto che basterebbero 10 di questi specchi, della superficie di 20 metri quadrati ciascuno, per deviare un asteroide di 150 metri in circa sei mesi. Ovviamente, più grosso è il corpo celeste, più alto il numero di specchi necessari. Basterebbero 100 veicoli spaziali dotati di questi specchi, a risolvere in pochi giorni, tutte le nostre paure, riguardo un eventuale impatto sulla Terra d'uno di quei centinaia di asteroidi, individuati dal NEO (Near Earth Objects Program Office), che potrebbero diventare una minaccia concreta dalle conseguenze, comunque, catastrofiche.

Per deviare, invece, un corpo celeste, come quello che ha spazzato via i dinosauri (grande dai 10 ai 20 chilometri), ci vorrebbe il lavoro combinato di 5000 specchi spaziali che concentrano la luce del sole sull'asteroide per tre o più anni.

Una bella sfida davvero, che i giovani americani trovano molto più attraente del ritorno sulla Luna, visto più come un ritorno al passato (a parte l'interesse di alcuni per l'elio ivi depositato, anche se...), anche se si cerca di farlo passare come trampolino di lancio per future missioni spaziali su Marte...

Tuttavia, la prospettiva di nuove e impegnative missioni con equipaggi a caccia di asteroidi, è molto più utile e interessante, questo è quanto sostiene Mr. Lou Friedman, capo della The Planetary Society, la più grande organizzazione no-profit con interessi spaziali del Paese, fondata nel 1980 da Carl Sagan, Bruce Murray e lo stesso Louis Friedman.

Fonte e immagine: space.newscientist.com/
Altra fonte: www.aviationweek.com


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