Friday, May 18, 2007

Film sottile: l'Italia c'è

Nonostante il gap abissale che lo distanzia dalle fonti fossili, il mondo del solare fotovoltaico sembra aver imboccato la strada giusta che lo porterà, un giorno neanche poi tanto lontano, a sostituire gran parte delle odierne strutture energetiche fossili.

Dal 1990 al 2005 sono stati installati poco più di 10 MW. Con l'avvio del Conto energia, si stima che in Italia nel 2007 verranno installati da 80 a 120 MW.

Il 90% dei moduli sul mercato sono prodotti attraverso la consolidata tecnica del silicio mono e policristallino. La parte restante viene coperta quasi per intero dalla tecnologia a "film sottile" di silicio amorfo e silicio policristallino. Tuttavia, sembra che il mondo del fotovoltaico si stia lasciando alle spalle la tecnologia al silicio, troppo onerosa da produrre, e nel nostro Paese i dati lo vanno confermando.

Il silicio non è infatti una sostanza adatta all'implementazione come film sottile, sia per la difficoltà di lavorazione (necessita di alte temperature e alto vuoto), sia per le caratteristiche fisiche del semiconduttore. Senza ricorrere a dispositivi raffinati, come quelli multigiunzione,il cui costo di produzione è alto, i moduli fotovoltaici a film sottile di silicio si sono dimostrati poveri in efficienza e poco stabili. Le tecnologie a film sottile per la fabbricazione di moduli fotovoltaici hanno però l'indubbio vantaggio di prestarsi a produzioni su larga scala, in cui il pannello rappresenta lo stato finale di processi in linea e non l'assemblaggio di celle di minor dimensioni come nel caso dei moduli basati sui wafer di silicio cristallino. I più elevati tassi di produzione (in termini di metri quadri di moduli nell'unità di tempo), insieme alle piccole quantità di materiale attivo necessarie, lasciano prevedere che in futuro a competere con le fonti tradizionali ci saranno proprio questo tipo di moduli. Negli ultimi anni sono stati quindi introdotti e studiati altri materiali per costituire la giunzione fotovoltaica sotto forma di film sottile e tra questi i più promettenti risultano essere il cosidetto CIS (diseleniuro di Indio e Rame) e il CdTe (Telloruro di Cadmio).

Questi due tipi di celle sono stati studiati molto bene negli ultimi vent'anni dal gruppo di ricerca del professore Nicola Romeo del Dipartimento di Fisica dell'Università di Parma, in particolare nell'ambito di alcuni progetti finanziati dall'Unione Europea.

Gli scienziati hanno messo a punto un'innovativa tecnica di produzione di celle a film sottile di telloruro di cadmio ad alta efficienza, realizzate tramite un processo produttivo a basso costo. Trattasi di celle con un'efficienza di oltre il 15%, con un processo di produzione che ne consente una completa e facile riproducibilità. Già dallo scorso autunno sono stati definiti i partner industriali per la realizzazione di un impianto produttivo da 15 MW/ anno attraverso una nuova società che avrà il compito di realizzare e commercializzare i pannelli fotovoltaici di nuova generazione.

Il primo stabilimento produttivo entrerà in funzione entro 2 anni e subito dopo le celle saranno disponibili sul mercato.

No comments: