Wednesday, May 09, 2007
Si metterà in cammino l'Umanità?
Dopo un gran parlare di mutamenti climatici, anche con toni apocalittici, messi in moto sin dal primo atto del Rapporto dell'Ipcc, che si è tenuto a Parigi lo scorso gennaio, proprio a Bangkok, in questi giorni, si è recitato l'ultimo atto.
Per fermare il surriscaldamento del Pianeta, gli esperti dell'Ipcc riuniti nella capitale thailandese, hanno tracciato la via maestra da seguire nel prossimo futuro. In effetti, è una specie di ultimatum ai governi di tutto il mondo per prevenire gli effetti irreversibili quanto catastrofici e fermare le emissioni di anidride carbonica (stando a recenti studi la CO2 è causa di attacchi di panico nel 2% della popolazione italiana), che dovranno essere ridotte in maniera drastica a partire dal 2015, limite entro il quale i gas serra aumenteranno inevitabilmente per le emissioni prodotte sino ad oggi.
Tecnologie e mezzi ci sono. Occorre però una virata nelle politiche ambientali e terapie d'urto concrete e fattibili che favoriscano di più le fonti energetiche alternative, incrementino l'uso dei biocarburanti e soprattutto limitino la deforestazione.
A tutto questo, andrebbe poi sommato ciò che potrebbe essere fatto da ciascuno di noi.
L'intera società umana dovrà seguire in futuro un nuovo stile di vita, che metta al primo posto il risparmio energetico e modifichi tutte quelle cattive abitudini che tutt' oggi esprime. Via gli sprechi, via la filosofia dell'uso e getta, via l'uso sfrenato di plastica, grande attenzione ai rifiuti... in un periodo che sarà davvero cruciale per le sorti del pianeta: i prossimi 20, 30 anni.
Il costo complessivo per limitare a non più di 2 gradi centigradi la temperatura del pianeta ammonta a poco meno del 3% del PIL mondiale. Ma se le misure che gli scienziati indicano nel loro rapporto verranno adottate, dal 2015 la febbre del Pianeta inizierà a scendere.
A Bangkok, l'ultimo atto del Rapporto dell'Ipcc (The Intergovernmental Panel on Climate Change) si è rivelato utile, riscuotendo l'approvazione dei 120 Paesi convenuti, nonostante l'opposizione e la resistenza di Cina e Stati Uniti, il cui Ufficio ambiente della Casa Bianca prevede scenari dai costi troppo alti con tagli che potrebbero innescare la recessione.
Secondo alcuni esperti delle Nazioni Unite presenti a Bangkok, una delle opzioni da considerare nell'abbattimento della Co2 in atmosfera, è quella di
seppellirla. Molti scienziati ritengono che questo modo potrebbe rivelarsi un punto importante nel frenare il cambiamento climatico, anche se la tecnologia esistente è in fase sperimentale. Tuttavia, in questo modo si bloccherebbe l'anidride carbonica liberata dalle centrali elettriche o da altre fabbriche e la si potrebbe trasportare e seppellire sottoterra, in vecchi campi petroliferi o miniere di carbone, o in fondo all'oceano.
Una volta sepolto, il gas non contribuirebbe più al riscaldamento globale.
Questa tecnologia, di cui non si prevedono ancora i costi, viene seguita dagli esperti con grande attenzione. Meno attenzione invece la pongono gli ambientalisti, poichè temono che le spelonche sotterranee potrebbero, un giorno, scoppiare. Tuttavia, un suo eventuale utilizzo potrebbe consentire un taglio del 35% delle emissioni di anidride carbonica dalle acciaierie, dagli impianti di cemento e delle centrali elettriche.
Europa e Stati Uniti stanno già sperimentando la tecnologia. Nel Mare del Nord, la Statoil, azienda norvegese del petrolio, inietta l'anidride carbonica in una spelonca subacquea a circa mille metri sotto il pavimento dell'oceano. In Polonia, il progetto europeo Recopol, nato nel novembre 2001, progetta di immagazzinare la CO2 in una miniera di carbone nel bacino slesiano.
E poichè secondo il Rapporto dell'Ipcc non c'è più tempo da perdere, in attesa che le fonti rinnovabili crescano (sono ancora esigue nel mondo) si sta pensando di affidarsi al sequestro di anidride carbonica e al nucleare, anche se quest'ultimo, in alcuni Paesi, viene visto come un'ulteriore minaccia.
A Bangkok è stata tracciata la strada maestra, bisognerà solo mettersi in cammino.
Ma si metteranno in cammino le grandi aziende mondiali colluse col grande business che ruota attorno ai combustibili fossili?
Si metterà in cammino l'Umanità?
Fonte: il professor €chos
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